Contro la guerra in Siria
«Questo dunque è
il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre
fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?»
Lo
scrivevano Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955.
Sono passati
quasi sessant’anni, ma l’umanità non ha ancora rinunciato alla guerra. Anzi,
ancora una volta, viene presentata come l’unica opzione possibile per mettere
fine a un conflitto.
Non lo è. L’abbiamo visto con i nostri occhi in Iraq, in
Afghanistan, in Libia: le guerre “per la pace” hanno solo alimentato altra
violenza e in questi Paesi i civili continuano a morire, ogni giorno.
Ai
morti già causati dalla guerra in Siria se ne aggiungeranno altri, perché
scegliere le armi oggi significa decidere sempre, consapevolmente, di colpire la
popolazione civile: nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono sempre
bambini, donne e uomini inermi.
Centinaia di migliaia di persone hanno già
abbandonato la Siria per cercare rifugio nei Paesi vicini. Li abbiamo incontrati
anche in Sicilia, dove i nostri medici stanno garantendo le prime cure ai
profughi che stanno sbarcando sulle coste di Siracusa.
In tutti questi
anni abbiamo visto che la guerra è sempre l’opzione più disumana, e inutile.
Chiediamo che l’Italia rifiuti l’intervento armato e si impegni invece per
chiedere alla comunità degli Stati l’immediato intervento diplomatico, l’unica
soluzione ammissibile secondo il diritto internazionale, l’unica in grado di
costruire un processo di pace che abbia come primo obiettivo la tutela della
popolazione siriana, già vittima della guerra civile.
L’umanità può
ancora decidere di rinunciare alla guerra: difendere e praticare i diritti umani
fondamentali è l’unico modo per costruire le basi per una convivenza pacifica
tra i popoli.
Tweets di @DDPolemica
«Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l'umanità dovrà rinunciare alla guerra?»
Lo scrivevano Bertrand Russell e Albert Einstein nel 1955.
Sono passati quasi sessant’anni, ma l’umanità non ha ancora rinunciato alla guerra. Anzi, ancora una volta, viene presentata come l’unica opzione possibile per mettere fine a un conflitto.
Non lo è. L’abbiamo visto con i nostri occhi in Iraq, in Afghanistan, in Libia: le guerre “per la pace” hanno solo alimentato altra violenza e in questi Paesi i civili continuano a morire, ogni giorno.
Ai morti già causati dalla guerra in Siria se ne aggiungeranno altri, perché scegliere le armi oggi significa decidere sempre, consapevolmente, di colpire la popolazione civile: nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono sempre bambini, donne e uomini inermi.
Centinaia di migliaia di persone hanno già abbandonato la Siria per cercare rifugio nei Paesi vicini. Li abbiamo incontrati anche in Sicilia, dove i nostri medici stanno garantendo le prime cure ai profughi che stanno sbarcando sulle coste di Siracusa.
In tutti questi anni abbiamo visto che la guerra è sempre l’opzione più disumana, e inutile.
Chiediamo che l’Italia rifiuti l’intervento armato e si impegni invece per chiedere alla comunità degli Stati l’immediato intervento diplomatico, l’unica soluzione ammissibile secondo il diritto internazionale, l’unica in grado di costruire un processo di pace che abbia come primo obiettivo la tutela della popolazione siriana, già vittima della guerra civile.
L’umanità può ancora decidere di rinunciare alla guerra: difendere e praticare i diritti umani fondamentali è l’unico modo per costruire le basi per una convivenza pacifica tra i popoli.
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